L’ATTACCO AL SUOLO DEGLI EDIFICI IN LEGNO
LE COSTRUZIONI IN LEGNO VANNO SEMPRE PROTETTE DALLE RISALITE DI UMIDITA’ PROVENIENTE DAL SUOLO, MONTANDO LE PARETI PORTANTI AL DI SOPRA DI UN CORDOLO DI RIALZO
Gent.mo Arch. Crivellaro, tra le imprese che abbiamo contattato per costruire la nostra nuova casa in legno, una particolare ci propone un sistema cordolo in alluminio per l’attacco a terra delle pareti xlam. Il sistema è brevettato dalla Uni Padova.
Oltre al cordolo tradizionale proposto da moltissime aziende con l’eventuale aggiunta di trave in larice, si aggiunge anche il cordolo ventilato in acciaio corten (brevettato in Germania).
Se non le chiedo troppo, quando affronterà il tema in questione sul suo blog potrebbe gentilmente spiegarci le differenze e soprattutto quale sia il più efficace e sicuro per la qualità della casa?
Oggi abbiamo incontrato l’ultima impresa con la quale avevamo preso contatti e ci ha proposto questo ultima modalità di attacco a terra… aumentando la nostra confusione e difficoltà di scelta.
Ci chiedavamo quale fosse il suo parere a riguardo vista la sua importante esperienza. Grazie.
I sistemi costruttivi in legno presentano numerosi bonus rispetto all’edilizia tradizionale. E’ però essenziale porre un’estrema attenzione relativamente ad alcuni aspetti per garantirne stabilità e durata negli anni.
In particolare, deve sempre essere allontanata dall’edificio qualsiasi sorgente di umidità. Oltre al rischio di infiltrazioni dovuto ad una non perfetta tenuta dell’involucro esterno (in questo caso si parlerebbe comunque di difetti costruttivi gravi), la connessione al suolo delle pareti in legno è uno degli aspetti più insidiosi della costruzione a causa delle possibili risalite per capillarità nelle pareti.
Sino a pochi anni fa la soluzione più diffusa tra le aziende di case in bioedilizia era la posa di una trave di larice sopra la platea, al di sotto delle strutture portanti lignee (a telaio o in xlam). Questa scelta risulta molto pratica, in quanto il cordolo in larice è posato direttamente dal costruttore della casa in legno, che ha la possibilità di compensare eventuali dislivelli direttamente in cantiere.
Nonostante la presenza di una guaina isolante che la protegge dall’acqua, la banchina in larice non garantisce una durabilità assoluta in presenza di ristagni di umidità elevata, trattandosi di un legno più resistente dell’abete impegato per la realizzazione delle strutture, ma non di certo impermeabile in condizioni di umidità persistente. Il rischio di sviluppare fenomeni di marcescenza è comunque presente, con tutte le conseguenze immaginabili.
Attualmente la maggior parte dei costruttori monta le pareti al di sopra di un cordolo in cemento armato inguainato, al fine di ovviare alle suddette problematiche. Si tratta di una soluzione condivisibile, economica ed efficace, che garantisce un’efficace salvaguardia dell’edificio.
Alcune aziende adottano sistemi brevettati e certificati per la posa delle pareti portanti in legno, in sostituzione dei cordolo in calcestruzzo e delle banchine in larice. Tali elementi, realizzati in alluminio o acciaio sono durevoli e garantiscano massima accuratezza in sede di montaggio, essendo dotati di staffe di regolazione per la livellazione altimetrica e la continuità dell’appoggio.
Il fissaggio delle strutture in legno al cordolo tramite gli ancoraggi è notevolmente agevolato nei modi e nei tempi, eliminando la necessità di forare gli elementi in opera. Rispetto ai cordoli tradizionali, l’impiego di elementi standardizzati assicura una migliore precisione e rispondenza al calcolo strutturale, venendo meno la possibilità di imprecisioni ed errori.
Il cordolo in calcestruzzo comporta un inevitabile ponte termico essendo posto in continuità con le sottostanti strutture di fondazione. Gli elementi in metallo (a maggior ragione i cordoli ventilati) limitano tale ponte termico e di conseguenza il rischio di sviluppare condense interstiziali con la soprastante struttura in legno, limitando ulteriormente il rischio di esposizione a fonti di umidità.
Vi è poi sempre il rischio di infiltrazioni d’acqua dovute a rottura di tubazioni idrauliche e fessurazione di soglie delle portefinestre. La presenza di guaine antiumidità protegge il legno e gli isolamenti dalle risalite di umidità, ma impedisce il deflusso e l’asciugatura dell’eventuale acqua prodottasi a seguito di tali eventi, spesso invisibile allo stadio iniziale. I cordoli ventilati risultano particolarmente efficaci in queste situazioni,
Nonostante gli innegabili vantaggi, i cordoli metallici (i cui costi sono inevitabilmente superiori a quelli in calcestruzzo) restano attualmente una soluzione di nicchia, anche se non è affatto da escludere una loro rapida diffusione nei prossimi anni.
Stiamo costruendo all’isola d’Elba interrato in c.a. per la sopraelevazione è meglio così o telaio?