ACQUA, MARCIAPIEDI E CASE DI LEGNO
L’ATTACCO AL SUOLO DELLE CASE PREFABBRICATE È UN TEMA DELICATO, IN QUANTO ACQUA ED UMIDITÀ DEVONO SEMPRE ESSERE ASPORTATE DALL’EDIFICIO PER PRESERVARNE LA DURABILITÀ
Salve, la ditta con cui sto costruendo la mia casa in legno non vuole che i marciapiedi esterni siano allo stesso livello dei pavimenti del piano terra e mi suggerisce di fare una pavimentazione “drenante” o “galleggiante”. Oppure vorrebbe che stessimo molto più bassi con uno scalino verso il giardino.
Posso capire tutto, ma me l’hanno detto solo a casa montata, per di più l’architetto me l’hanno fornito loro e fa di tutto per convincermi che non ci sono alternative. L’altra ditta che avevo scelto e che poi ho scartato mi ha detto che per loro non c’erano problemi.
Vista la sua lunga esperienza, ci sono altre soluzioni o è sempre necessario fare così? Non dovevano dirmelo prima?
La protezione dell’umidità di risalita dal terreno è uno dei temi più delicati delle costruzioni in legno. Il suolo sui cui poggia la costruzione può contenere una rilevante quantità di umidità che potrebbe risalire naturalmente attraverso le strutture in legno e gli isolanti termici per capillarità.
Alcuni terreni risultano per loro natura scarsamente drenanti e trattengono l’acqua al loro interno, in particolare i suoli argillosi. In presenza di falde superficiali il terreno fatica ad asciugarsi, in particolare nei mesi meno caldi e l’umidità resta costantemente a contatto con le fondazioni.
Il problema è ovviamente presente anche nelle costruzioni in muratura, ma diventa particolarmente serio per le case prefabbricate in legno. Va detto che si tratta di un quesito ben noto ai costruttori, che hanno sviluppato nel corso degli anni varie soluzioni efficienti e collaudate.
Molte aziende realizzano dei semplici cordoli in cemento armato sopra i quali verranno appoggiate le pareti in legno. Questi rialzi, opportunamente impermeabilizzati, consentono un distacco efficace dal suolo (di almeno 20-30 cm), più che sufficiente a scongiurare i fenomeni di cui sopra. Qualche ditta opta ancora per delle semplice banchine di sollevamento in larice (essenza meno sensibile all’umidità rispetto all’abete rosso da costruzione) posate direttamente sul solaio, tuttavia si tratta di una soluzione sempre meno diffusa, in quanto non del tutto sicura, trattandosi pur sempre di legno.
In tutti i casi la porzione più vicina al suolo del cappotto deve essere realizzata in materiali non igroscopici (come il polistirene, per almeno 50 cm in altezza), per evitare l’assorbimento di umidità da parte della fibra isolante, che a sua volta potrebbe marcire, coinvolgendo persino la struttura in legno.
Un aspetto importante è la realizzazione del marciapiede. L’acqua piovana deve scorrere sempre dalla facciata verso il giardino. Se la pavimentazione è realizzata in piastrelle incollate al massetto, è necessario curarare le impermeabilizzazioni (per evitare infiltrazioni) e le pendenze (serve almeno 1 cm per metro di larghezza del marciapiede).
Altre soluzioni sono i marciapiedi drenanti in elementi autobloccanti, che permettono il filtraggio dell’acqua dalla superficie al terreno sottostante o i pavimenti galleggianti o “flottanti”, montati a secco a fuga aperta, che lasciano scivolare l’acqua piovana nell’intercapedine sotto i pannelli.
Alcune aziende richiedono, come nel caso del lettore, un “gradino” tra interno dell’abitazione e marciapiede. Questa soluzione risulta particolarmente effcace, poichè l’acqua non potrà entrare in contatto con il legno in nessun modo (fatta eccezione per fenomeni di allagamento veri e propri). Tuttavia non tutti i clienti gradiscono tale scalino, che rappresenta oltretutto una barriera architettonica a tutti gli effetti. In questo caso bisognerà prevedere per normativa almeno un punto di entrata complanare (1-2 cm di dislivello, generalmente in corrispondenza della porta di ingresso principale).
In questo caso l’azienda doveva essere chiara sin da subito con il lettore, ma la salute dell’edificio è importante e deve avere la priorità per garantirne la durata nel tempo.