EDIFICI IN LEGNO, POMPA DI CALORE E BASSE TEMPERATURE
I MODERNI IMPIANTI TERMICI PER SCALDARE E RAFFRESCARE EDIFICI BEN COIBENTATI COME LE CASE IN LEGNO A BASSO CONSUMO PREVEDONO SEMPRE UNA POMPA DI CALORE
Salve, avrei bisogno di un parere esterno per la costruzione di una casa in legno.
Volevo sapere, per una casa costruita con xlam è indispensabile il sistema di ventilazione meccanica?? Per ottimizzare i costi volevo adottare come sistema di riscaldamento una pompa di calore aria-aria; mi facevano presente che a -5 non funziona.
Buongiorno Architetto Crivellaro, che ne pensa della geotermia? Lei la consiglia? Mi stavo informando su un sistema a sonde orizzontale che è più economico del calssico sistema con pozzo profondo. La ditta mi dice che i rendimenti sono molto alti e non c’è il probenema delle basse temperature d’inverno che fanno funzionare male l’impianto (sto in zona appenninica e per mesi fa freddo anche sotto lo zero…….). Grazie.
Negli ultimi anni la crescente diffusione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pompa di calore ha portato ad una rapida obsolescenza delle tradizionali caldaie a gas, sostanzialmente scomparse dai nuovi edifici a bassissimo consumo di energia come le case prefabbricate in legno.
Le pompe di calore, più ecologiche delle caldaie, sono impianti elettrici che sfruttano una differenza di calore tra una fonte esterna (aria, acqua o suolo) e gli ambienti dell’immobile per produrre calore a basso costo. L’aria è la fonte di energia più semplice da sfruttare, anche se il coeficiente di prestazione (COP) è inferiore rispetto alle altre sorgenti.
L’efficienza delle pompe geotermiche è sostanzialmente stabile durante tutto l’anno, in quanto le sonde interrate verticali od orizzontali si trovano in un ambiente a temperatura costante, mentre il rendimento delle pompe di calore ad aria dipende dalle condizioni climatiche; in particolare esso calerà durante i mesi invernali in presenza di temperature esterne rigide, proprio quando il fabbisogno di energia termica è superiore. Il COP nominale è riferito ad una temperatura esterna pari a +7° C. Si tratta evidentemente di un parametro poco significativo in funzione dell’effettivo rendimento stagionale. Per questo motivo dovrebbe essere utilizzato un “fattore di prestazione stagionale“, riferito alle effettive condizioni climatiche presenti all’esterno (temperatura ed umidità).
Le pompe di calore ad aria stanno costantemente incrementando la propria efficienza negli ultimi anni, con valori di COP nominali oramai non troppo distanti dai sistemi geotermici. In tutti i casi il massimo rendimento si ottiene con fondi di diffusione del calore a bassa temperatura (ad aria o con pannelli radianti a pavimento) ed un accumulo d’acqua adeguatamente dimensionato per gli usi sanitari.
Quando le temperature esterne scendono sotto lo zero, soprattutto in presenza di nebbie e giornate umide, è possibile la formazione di brina e ghiccio sullo scambiatore di calore dell’unità esterna. Le macchina di qualità prevedono la possibilità di effettuare un ciclo di sbrinamento (invertendo il ciclo, facendo passare del liquido refrigerante o mediante resistenze elettriche), mantenendo il COP entro certi limiti. Alcune pompe di calore economiche vedranno crollare il valore di COP (con aumento esponenziale dei costi elettrici per produrre calore) e possono andare in blocco, con tutte le conseguenze del caso (si resta senza riscaldamento ed acqua calda…).
In genere le temperature critiche partono da -6/8° C in giù (valori tutt’altro che rari in Pianura Padana o in montagna). Per questo motivo la scelta della pompa di calore (sempre consigliabile) deve essere indirizzata verso marche e modelli di qualità, senza compromessi.