TERRAZZE, TETTI PIANI E CASE PREFABBRICATE
LA MAGGIOR PARTE DEI COSTRUTTORI DI CASE IN LEGNO PREFABBRICATE CONOSCE BENE LE PROBLEMATICHE INSITE ALLA GESTIONE ED ALL’ALLONTANAMENTO DELLE ACQUE METEORICHE DALL’EDIFICIO
Buongiorno Architetto, Le scrivo nuovamente per togliermi un dubbio/curiosità: si vedono sempre più spesso case dal design moderno che presentano in buona parte terrazzi/tetti piani con metrature (superfici) importanti esposte alle intemperie, il mio dubbio riguarda la durata della impermeabilizzazione nel tempo con il rischio di infiltrazioni d’acqua che comprometterebbero la struttura in legno dell’abitazione.
Che garanzie ci sono, da un punto di vista tecnico, su queste tipologie costruttive (tetto piano) che difficilmente smaltiscono in tempi brevi le acque meteoritiche? Cosa succede dopo i dieci anni di garanzia del costruttore alle guaine posate per impermeabilizzare?
Da un punto di vista di traspirazione e espulsione del calore e umidità del tetto (dubito si possa ventilare un tetto piano) come si comportano queste superfici?
Una parte parte dei clienti del mio studio mi richiede di progettare loro una casa in legno “moderna”.
Vorrei comunque permettermi una doverosa premessa. L’eliminazione dei tradizionali tetti a falde inclinate dalle abitazioni è elemento caratterizzante dell’architettura residenziale degli anni ’30. Credo che molti lettori non architetti si siano imbattuti nelle immagini di molte di queste realizzazioni, trattandosi in molti casi di edifici storici di comprovato valore simbolico ed artistico.
Sono però passati circa 90 anni dalla costruzione di queste opere, per quanto il termine “moderno” (non “contemporaneo”) sia tuttora associato all’architettura dei grandi maestri di quell’epoca. Certamente quegli architetti stavano elaborando un nuovo linguaggio compositivo, basato sull’impiego di nuovi materiali da costruzione (cemento, acciaio, vetro), ma non erano certamente interessati ai temi della bioedilizia e del risparmio energetico, nè a questioni di dettaglio come le impermeabilizzazioni e lo smaltimento delle acque meteoriche.
Nella più modesta attività professionale quotidiana queste ultime problematiche sono aspetti rilevanti del buon costruire.
Il legno che costituisce le strutture portanti e gli isolamenti termoacustici delle case prefabbricate (lane minerali, fibra di legno) soffrono l’acqua e l’umidità e temono, di conseguenza, le eventuali infiltrazioni. Per questo motivo l’acqua piovana deve essere sempre canalizzata mediante pendenze e percorsi che l’asportino efficacemente al suolo.
L’acqua sceglie sempre la via più veloce. Le guaine e le impermeabilizzazioni devono essere sempre posate con attenzione e successivamente protette. La presenza di microfenditure che si possono creare nel corso degli anni a causa dell’inevitabile degrado dovuto all’azione degli agenti atmosferici può causare pochi problemi se l’acqua scorre lungo le falde, ma può causare parecchi problemi in presenza di terrazze e tetti piani.
Anche l’accumulo di neve su di una superficie piana può risultare deleterio, spesso più delle piogge stesse. La neve sciogliendosi può creare uno strato di umidità persistente che non riesce a scorrere, nè ad evaporare, infiltrandosi con maggiore facilità dal minimo pertugio.
Le guaine impermeabilizzanti attualmente impiegate in edilizia sono sempre più elastiche e durevoli e garantiscono con icurezza una lunga tenuta all’acqua, senza richiedere interventi di manutenzione e eontrollo (fatta eccezione per la costante pulizia dei fori e dei canali di scolo da foglie e sporcizia). Questo consente di realizzare senza particolari timori edifici con linee “moderne”, senza sporgenze.
Il mio consiglio resta comunque quello di valutare attentamente tale scelta, magari limitando le dimensioni delle terrazze. Se non vi è l’esigenza di praticare il tetto piano, sarà buona cosa accentuarne la pendenza (almeno del 3-4%), migliorando di conseguenza lo scorrimento dell’acqua.