IMPIANTO ELETTRICO E COSTRUZIONI IN LEGNO PREFABBRICATE
LA RAPIDA EVOLUZIONE CHE NEGLI ULTIMI ANNI HA CARATTERIZZATO I SISTEMI DI RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO HA COINVOLTO PARZIALMENTE ANCHE GLI IMPIANTI ELETTRICI DELLE NUOVE ABITAZIONI
Salve, volevamo la domotica per la nostra casa in legno.
Abbiamo quasi scelto il costruttore (in realtà siamo indecisi tra due ditte). Ci dicono che non c’è problema a scorporare l’impianto elettrico che vorremmo fare realizzare a mio zio che è titolare di una ditta locale abbastanza piccola, ma con qualche esperienza con gli impianti domotici.
L’unico dubbio è che ci siano problemi a lavorare con una casa prefabbricata, dato che lo zio non conosce queste ditte. L’azienda costruttrice dice che dobbiamo fare un progetto (chi lo deve preparare? L’elettricista? Noi? Il nostro geometra?).
Secondo lei è meglio lasciare perdere e farlo fare alla ditta del legno? Sono molto più cari, ma forse saremmo più tranquilli.
Le chiedo un consiglio siamo abbastanza preoccupati……
Le differenze tra impianto elettrico tradizionale ed impianto domotico sono sostanziali, dato che si tratta di sistemi concettualmente opposti tra loro.
Gli impianti tradizionali prevedono collegamenti fisici vincolanti tra quadri, prese, luci ed interruttori. Fatta eccezione per eventuali tubi vuoti e predisposizioni, è un impianto rigido che, una volta realizzato, può essere limitatamente modificato, spesso mediante opere murarie. La tensione che passa attraverso il sistema è a 220 v.
L’impianto domotico è assimilabile ad una rete digitale e consente di gestire ed automatizzare in modo interattivo non solo le varie funzioni affidate all’impianto elettrico, ma anche climatizzazione ed riscaldamento, acqua, gas, sicurezza, ecc., mediante una centralina gestibile anche a distanza tramite smartphone, tablet o pc. La tensione è limitata a soli 24 v.
Un impianto domotico permette di controllare la movimentazione dei sistemi oscuranti o di creare diversi scenari di illuminazione, liberamente programmabili o, ancora, di gestire da remoto l’impianto di riscaldamento o di allarme.
La domotica non è (ancora) una necessità, ma se studiata con cura in base alle specifiche esigenze, può rivelarsi estremamente utile, semplificando un po’ la vita degli occupanti dell’abitazione.
Qualsiasi impianto elettrico da realizzare in una casa prefabbricata, a maggior ragione se non del tipo tradizionale, va progettato sulla carta con estrema cura, possibilemente affidandosi ad un impiantista elettrico in sinergia con un illuminotecnico (che a sua volta dovrà basarsi sulle scelte di arredamento).
L’azienda costruttrice della casa in legno deve essere coinvolta in fase esecutiva, per limitare al minimo gli interventi in opera e predisporre contropareti e pacchetti di solaio di adeguato spessore, conoscere in anticipo quali tagli andranno eseguiti sulla struttura, i passaggi verticali ed orizzontali, le interferenze con l’impianto idrotermosanitario.
In presenza di un progetto esecutivo dell’impianto, la realizzazione può essere indifferentemente affidata al costruttore dell’edificio (o meglio, ad un impiantista collegato in subappalto, che generalmente conosce bene le modalità di intervento della ditta) o al proprio eletticista di fiducia.
In entrambi i casi ci si può ritenere sufficiente tranquilli e, nel secondo caso, si può sicuramente risparmiare. La mia esperienza professionale è sempre stata positiva in queste situazioni, senza particolari eccezioni (ribadendo la necessità di predisporre a monte un progetto elettrotecnico dettagliato).