IMPIANTO AD ARIA PER UNA CASA IN LEGNO “NO GAS”
DA MOLTI ANNI LE REALIZZAZIONI DEL MIO STUDIO DI BIOARCHITETTURA ESCLUDONO IL GAS COME FONTE ENERGETICA PER GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, CON UNA NETTA PREFERENZA PER I SISTEMI RADIANTI A PAVIMENTO
Buonasera, per una casa in legno tipo xlam e cappotto con isolamento in sughero spessore 14 cm, vorremmo fare l’impianto di vmc combinato con raffrescamento e riscaldamento ad aria, per una abitazione su due piani di circa 180 m2 (senza allacciamento alla rete gas, ma con solo utilizzo di pannelli fotovoltaici).
Che consigli tecnici ci può dare per un efficiente impianto di riscaldamento e raffrescamento ad aria? Si tratta solo di posizionare le bocchette nel modo corretto?
A livello di comfort termico la temperatura si riesce a distribuire in modo uniforme?
A livello di consumo energetico rispetto ad un impianto a pavimento l’impianto ad aria come si comporta?
Manutenzioni annuali tra impianto a pavimento rispetto a quello ad aria?
La ringrazio per una sua gentile risposta.
Negli ultimi anni i clienti del mio studio hanno decisamente virato verso un’impiantistica elettrica che esclude il gas per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. E’ una scelta largamente condivisibile che presenta vantaggi evidenti sotto il profilo ambientale (il metano non è assolutamente una fonte rinnovabile) ed economico (venendo meno un allacciamento fisso alla rete pubblica). Inoltre i sistemi basati sulla pompa di calore presentano alti coeficienti di rendimento energetico e possono essere alimentati per buona parte dell’anno dall’elettricità autoprodotta dai pannelli fotovoltaici. Soddisfano inoltre i parametri di bilancio energetico imposti per normativa, che impongono di rispettare elevate percentuali minime di energia prodotta da fonti rinovabili per le nuove costruzioni. Con la pompa di calore è inoltre possibile raffrescare (aspetto da non sottavalutare in una casa in legno prefabbricata).
Di contro, la tradizionale caldaia resta un impianto economico per quanto concerne fornitura e posa in opera, con una spesa iniziale più bassa.
La pompa di calore può essere abbinata ad un sistema di diffusione del calore ad aria o radiante. Entrambe le soluzioni risultano valide ed efficaci, con i doverosi distinguo. Il riscaldamento a pavimento costituisce una scelta valida e largamente diffusa e può essere commutato in raffrescamento in estate, con l’accortezza di deumidificare (alcune ventilazioni meccaniche sono in grado di regolare il tasso di umidità). Il problema dell’inerzia termica è reale, dato che è necessario un certo lasso di tempo per entrare a regime o per spegnersi completamente, ma nella pratica il comfort termico resta sempre ottimo. Una soluzione in tale senso è rappresentata dai sistemi radianti a secco, che risultano più veloci e meglio tarati sulle caratteristiche dgli involucri molto isolati come quelli delle case prefabbricate in legno.
Venendo al cuore della domanda del lettore, un impianto residenziale canalizzato ad aria prevede numerose bocchette che andranno posizionate correttamente, evitando flussi diretti verso gli occupanti (a soffitto o a nella parte alta delle pareti). L’uniformità del calore si raggiunge senza problemi, dato che le dispersioni termiche sono sempre minime nelle case di legno a basso consumo. La compresenza della VMC consente un rimescolamento ottimale del volume d’aria; questo impianto avrà quasi sempre una canalizzazione dedicata, fatta eccezione per i sistemi “ibridi”, comunque poco diffusi, in quanto la ventilazione richiede basse portate, al contrario del riscaldamento / raffrescamento (nulla a che vedere comunque con un climatizzatore tradizionale – anche il rumore è praticamente assente).
I consumi sono abbastanza simili tra aria e pavimento radiante, considerando il minimo fabbisogno termico delle case prefabbricate. L’aria richiede qualche manutenzione in più ai filtri che vanno periodicamente puliti e sostituiti.