IMPIANTI TERMICI PER UNA CASA IN X-LAM
LA SCELTA DELL’IMPIANTISTICA TERMOSANITARIA PER GLI EDIFICI ISOLATI COME LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO NON E’ COSI’ SCONTATA, DATO CHE SONO MOLTEPLICI LE COMBINAZIONI POSSIBILI
Buonasera, le volevo porre una domanda, stiamo costruendo la nostra casa prefabbricata in legno xlam, con una trasmittenza termica dello 0.14; dato che dovrebbe essere una casa molto performante e con bassissima perdita di calore, che tipo di impianto di riscaldamento mi consiglierebbe mettere?
Riscaldamento a pavimento (ne vale la pena, costa molto e se la casa fosse veramente così tanto performante come ci hanno detto … è veramente necessario?)?
Oppure la famosa VMC? Anche questa, basta veramente a riscaldare tutta casa nei periodi più freddi (120 ma di casa), oppure basterebbe magari una semplice stufa a pellet messa nel salone collegata magari a dei termosifoni (immagino con dei costi sicuramente più contenuti)?
Oppure mettere fotovoltaici solare con pompa di calore collegato al riscaldamento a pavimento (ma costo????)? Non so più dove sbattere la testa. Chi mi dice una cosa chi un’altra… vorrei avere un giudizio equo.
Le case in legno prefabbricate sono caratterizzate da prestazioni termiche molto elevate, come nel caso della soluzione costruttiva proposta al lettore, con una trasmittanza di parete dichiarata pari a 0,14 W/m²K. Un involucro edilizio in grado di limitare efficacemente gli scambi di energia con l’esterno, richiede un’impiantistica abbastanza ridotta per riscaldare, raffrescare e produrre acqua calda sanitaria.
Va premesso che le normative in vigore per le nuove costruzioni impongono di impiegare in buona parte fonti energetiche rinnovabili, rendendo di fatto obsolete le tradizionali caldaie a gas naturale.
E’ peraltro inevitabile il ricorso all’energia solare, captata mediante pannelli fotovoltaici o termici. L’impiego preferenziale dell’energia elettrica autoprodotta (oltre all’alimentazione delle utenze come luci ed elettrodomestici) è mediante pompa di calore; si tratta di un impianto termico che può coprire efficacemente tutte le esigenze abitative per tutto l’anno (riscaldamento invernale, climatizzazione estiva e produzione di acqua calda per usi sanitari).
Le moderne pompe di calore, sempre più diffuse nelle nostre nuove case, offrono alti rendimenti energetici (“moltiplicano” l’energia immessa per alimentarle, di 3-4 volte almeno, il cosiddetto COP). Possono produrre acqua calda, da stoccare in un apposito accumulo, staccato dalla pompa o ad essa integrato, L’energia termica (caldo e freddo) può essere canalizzata in un impianto ad aria o convogliata in un mezzo di trasmissione di tipo radiante (come le serpentine a pavimento) o dei tradizionali radiatori. Quest’ultima soluzione, sebbene possibile, richiede che il fluido vettore venga portato a temperature elevate, rendendo meno interessanti le prestazioni dell’impianto.
Al contrario, il riscaldamento a pavimento sfrutta efficacemente le caratteristiche della pompa di calore, richiedendo basse temperature d’esercizio (tra 28° e 32° C). Il pavimento radiante può essere inoltre utilizzato per raffrescare (cosa non possibile con la caldaia a gas), pur con tutti i limiti di questa soluzione.
Esistono impianti a pavimento che richiedono un massetto tradizionale ed altre a secco, con elementi di finitura flottanti. Anche gli impianti ad aria costituiscono soluzioni interessanti, anche in ambito residenziale.
Qualche riflessione a parte va fatta sulla ventilazione meccanica controllata a recupero di calore. Per motivi puramente commerciali (si abbassa il prezzo eliminando gli altri impianti), la VMC viene offerta da alcune aziende di case in legno come macchina autosufficiente, affiancata solitamente da un boiler elettrico o da una piccola caldaia, per produrre acqua calda sanitaria. Personalmente si tratta di una soluzione non condivisibile, inadeguata per fare fronte ai picchi di caldo e freddo, sempre possibili nel corso dell’anno.
La VMC è un semplice impianto di ricambio dell’aria, pur potendo alcuni modelli agire parzialmente sulla temperatura. Le bassissime potenze non consentono infatti di scaldare e raffrescare sufficientemente nelle giornate invernali più rigide o durante le estati torride, tipiche di molte aree del nostro paese. Si tratta peraltro di un impiego del tutto errato che non rende giustizia ad un impianto che trova nell’involucro ad alta tenuta all’aria delle case prefabbricate un ambito di applicazione ideale.