Architetto Paolo Crivellaro
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Paolo Crivellaro
ESPERTO IN BIOEDILIZIA
ISOLARE CON LE POSIDONIE

ISOLARE CON LE POSIDONIE

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LE POSIDONIE, PIANTE ACQUATICHE ABBONDANTI NEI NOSTRI MARI (E SULLE NOSTRE SPIAGGE, SOPRATTUTTO ALL’INIZIO DELL’ESTATE) POSSONO ESSERE RIUTILIZZATE PER PRODURRE UN ECCELLENTE ISOLANTE TERMICO UTILIZZABILE ANCHE NELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO.

Buongiorno, ho una casa al mare a nord della costa brindisina a pochi passi dal mare, con accesso dalla strada principale, ad un paio di km all’aeroporto e dal centro della città.
Ho un sogno nel cassetto, sfruttare la posizione strategica per trasformarla in un prototipo di ristrutturazione all’avanguardia, utilizzando la posidonia, il vento ed il sole diretto, allo scopo di riqualificare il modo di costruire secondo la bioedilizia applicata in Svezia, o in Svizzera o in Germania c/o il centro Fraunhofer.
Nello specifico sono interessata a capire se l’utilizzo di posidonia può essere utilizzata nell’edilizia tradizionale in sostituzione dell’amianto.
Mi piacerebbe vedere questa abitazione come prototipo di green house/office, in cui sviluppare un piano di formazione organico e in cui diffondere la professionalità secondo i canoni degli altri paesi europei.
Penso che un’idea del genere sarebbe strategico per offrire al territorio costiero e nazionale un’evoluzione verso un’edilizia sempre più sostenibile, oltre che genererebbe accordi in materia di urbanistica, edilizia e energia.


La “posidonia oceanica” (o “erba di Nettuno”) è una pianta acquatica tipica del Mare Mediterraneo, dotata di radici e foglie nastriformi lunghe sino ad 1 metro raggruppate a ciuffi.
Essa da origine a vere e proprie praterie di grande importanza per l’equilibrio dell’ecosistema marino, ma costituisce un notevole fastidio per i comuni delle fasce costiere, oltre che per i bagnanti, in quanto va regolarmente rimossa dalle spiagge e smaltita come vero e proprio rifiuto, in seguito all’accumulo di una notevole quantità durante i mesi di fermo turistico, pur proteggendo le coste dall’erosione.
In Italia i banchi di foglie di posidonia presenti sulle spiagge vengono definiti come “rifiuti solidi da smaltire” (parte IV del Testo Unico Ambientale: D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152,
“Norme in materia ambientale”), riutilizzabili come compost per la produzione di fertilizzanti naturali, mentre in Svezia e Germania è conosciuta ed è già considerata da tempo una preziosa risorsa.
Il reimpiego delle posidonie come materiale naturale isolante consentirebbe anche in Italia il recupero di una grande quantità di fibre reimpiegabili soprattutto in edilizia, presentando caratteristiche interessanti come la bassissima infiammabilità e la resistenza a funghi e muffe grazie all’alta percentuale di sale presente, senza necessità di additivi chimici e costosi trattamenti ed impiegando poca energia.

Il problema principale è la presenza di sabbia attaccata alle palle di alghe, oltre alla difficile produzione del materiale finito a causa della naturale presenza di grumi, che richiede una particolare tecnica di lavorazione delle fibre, scuotendo le palline di posidonie per liberare le fibre, che dovranno avere una lunghezza di circa 2 cm.
Il prodotto, completamente riciclabile, può essere insufflato all’interno delle pareti, consentendo un elevato sfasamento termico dell’onda di calore estiva grazie all’elevata massa termica.
Questo materiale coibente è già commercializzato sul mercato tedesco e può essere impiegato senza particolari problemi riempendo gli spazi vuoti e pressando le fibre.
Gli impieghi vanno dalle ristrutturazioni alle nuove costruzioni, non escludondo l’impiego nell’ambito della costruzione di case in legno prefabbricate, in particolare per l’isolamento di tetti e pareti.
Al pari della fibra di legno, la posidonia è in grado di assorbire vapor acqueo e successivamente rilasciarlo senza perdere capacità isolante, come spesso invece avviene quando si tratta di altri materiali isolanti.

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