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CAPPOTTI IN SUGHERO E CALDAIE A PELLET

CAPPOTTI IN SUGHERO E CALDAIE A PELLET

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IL SUGHERO UTILIZZATO IN EDILIZIA PROVIENE DALLA ESTRAZIONE DELLA CORTECCIA DI ALCUNE QUERCE COLTIVATE ANCHE NEL NOSTRO PAESE, ED E’ UN ECCELLENTE ISOLANTE TERMICO NATURALE, IMPIEGATO DA ALCUNE DITTE DI CASE IN LEGNO.

Buongiorno Architetto Crivellaro, nel complimentarmi per il suo prezioso lavoro (davvero unico nel nostro paese) volevo chiederle se poteva trattare l’argomento dei cappotti in sughero, in quanto mi sembra le sia sfuggito (forse non è così importante per i costruttori).
Mi sembra anche di non avere trovato informazioni sulle caldaie a pellet (non le stufe), che mi sembrano interessanti, vista l’importanza di utilizzare fonti rinnovabili, come ha scritto in uno dei suoi ultimi post.


I cappotti in sughero sono proposti da qualche costruttore di case prefabbricate in legno in abbinamento a pareti generalmente “al top di gamma”, con valori termici di rilievo, traspiranti e biologiche.
Il sughero è un materiale estremamente adatto alla realizzazione di cappotti termici ecologici a bassa trasmittanza, con una buona inerzia termica e meccanicamente resistenti all’azione degli agenti atmosferici.
Questo materiale è un eccellente isolante acustico ed ammortizza efficacemente i rumori proventienti dall’ambiente esterno, è del tutto naturale, senza collanti organici o inorganici, con un elevata permeabilità al vapore, stabilità ed indeformabilità.
Ha semplicemente un “piccolo” difetto, che ne limita l’impiego massiccio in edilizia: il prezzo.
Per questo motivo resta inevitabilmente una soluzione di nicchia, che può interessare clienti senza particolari problemi di budget, che desiderano per la propria abitazione una costruzione naturale senza compromessi.

Le caldaie a pellet non sono ancora molto conosciute in Italia, al contrario delle stufe che bruciano questo combustibile, in particolare i modelli “ad aria”.
Il pellet è una biomassa ricavata dalla segatura proveniente dagli scarti di produzione del legno lavorata ad alta pressione, ottenendo dei cilindretti compatti ad elevatissimo potere calorico.
Il fatto di riutilizzare i residui finali delle lavorazioni del legno (abete e faggio in particolare) permette di sfruttare al 100% una risorsa naturale e rinnovabile, con un impatto davvero positivo sull’ambiente.
Il pellet è ampiamente diffuso, facilmente trasportabile (è confezionato in sacchi da 15 kg), ancora abbastanza economico (pur essendo i prezzi in ascesa), pulito ed ecologico, con una ragguardevole resa termica (superiore all’80%) con bassa produzione di ceneri ed inquinanti (al contrario della legna da ardere).
Le caldaie a pellet non rappresentano una semplice integrazione all’impianto di riscaldamento principale, ma lo sostituiscono del tutto, producendo l’acqua calda per alimentare i termosifoni o i pannelli radianti a pavimento di tutta la casa, nonchè per gli usi sanitari dei bagni e della cucina, che potrà essere mantenuta calda in un accumulo termico per essere immediatamente disponibile.

Sono sicure, efficienti e programmabili e possono essere collegate anche ad impianti di riscaldamento esistenti ed essere integrate con pannelli solari termici.
Al contrario delle stufe, che possiedono un serbatoio di dimensioni medio-piccole e che vanno caricate frequentemente (e manualmente), le moderne caldaie a pellet prevedono generalmente un silos di ragguardevoli dimensioni che ne garantisce una notevole autonomia, richiedendo un alimentazione sporadica di combustibile.
La spesa di tale impianto è sicuramente superiore alle tradizionali caldaie a gas, ma la resa elevata, unitamente al costo ancora economico del pellet (anche se più che raddoppiato rispetto a pochi anni fa) rende le caldaie a pellet un’alternativa assai interessante ai sistemi di riscaldamento tradizionali o alle pompe di calore, che può soddisfare autonomamente il rispetto della normativa in tema di utilizzo di fonti energetiche rinnovabili negli edifici.
Il vero difetto restano le frequenti manutenzioni, a causa dell’elevato carico di ceneri che si depositano all’interno della caldaia, con i relativi costi da sostenere.

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