CASE PREFABBRICATE SENZA IMPIANTI
Buongiorno Architetto, sono un suo giovane collega progettista del centro Italia.
Un mio committente vorrebbe costruire una casa passiva vicino a Roma, rinunciando del tutto agli impianti di riscaldamento (per capirci, non vorrebbe nemmeno una stufa).
La sua idea sarebbe una casa con pareti esterne in muratura molto coibentate, non avendo problemi di volume, ma stanno prendendo in considerazione anche le case in legno.
Sono capitato sul suo blog per caso e mi pare di capire che lei possieda una certa esperienza in merito, mentre per me (e per la maggior parte dei tecnici della capitale) questi edifici in legno sono una vera e propria novità.
Non voglio farle perdere ulteriormente tempo, mi basterebbe un veloce e autorevole parere su una casa passiva senza impiantistica nella periferia di Roma.
L’idea di realizzare una costruzione in legno passiva (sul serio) è indubbiamente intrigante.
Come progettista, non mi sono mai particolarmente appassionato agli aspetti impiantistici che, pur rappresentando un aspetto importante di un abitazione a basso consumo, non sono il principale oggetto della mia attività professionale, pur trattando il tema estesamente sul blog.
Il clima piuttosto temperato potrebbe agevolare una progettazione mirata, in quanto i “picchi” di freddo estremo, pur occasionalmente presenti, sono limitati durante l’inverno rispetto alla fascia climatica del nord Italia nella frequenza e nelle temperature.
Il collega architetto si dovrà comunque documentare a fondo, basando la progettazione soprattutto su valutazioni di carattere termotecnico.
Semplici ipotesi di massima non possono essere soddisfacenti, mentre deve essere eseguita una valutazione completa supportata da un software di calcolo, che deve considerare parametri come il volume della costruzione, l’orientamento dell’edificio, l’isolamento dell’involucro, il guadagno solare, il posizionamento delle vetrate, le ombreggiature (presenza di edifici, alberi, montagne o schermature).
Insomma, tanti auguri e buon lavoro.
La lettera del collega fornisce l’occasione per comprendere il reale potenziale energetico delle case prefabbricate, ovvero, fino a che limite è possibile spingere l’isolamento termico di un edificio in legno e quali sono i reali vantaggi?
Nell’ottica pragmatica di valutare semplicemente costi e benefici, una casa passiva di legno senza impianti avrebbe un prezzo piuttosto elevato, in quanto le soluzioni più performanti offerte delle ditte costruttrici di case prefabbricate non sono sufficienti allo scopo, in quanto richiederebbero un minimo di impiantistica per fronteggiare i periodi più freddi dell’anno e ci si dovrebbe comunque rivolgere a ditte più flessibili per progettare ad hoc una parete esterna di notevole spessore, difficilmente reperibile (con qualche eccezione) tra le aziende più conosciute.
Ovviamente andranno curati al massimo tutti gli aspetti costruttivi dell’involucro, dall’attacco al suolo alla copertura, scegliendo con attenzione infissi e vetri (termicamente, il punto debole dell’edificio), scongiurando i ponti termici e le eventuali falle (anche l’impianto elettrico dovrà essere “a tenuta”).
Fondamentalmente si tratta di una direzione poco redditizia, in quanto il vantaggio energetico rispetto alle soluzioni “standard” (di per se molto isolate) risulta limitato e non verrà mai compensato negli anni dal risparmio sulle minori bollette.
In ogni caso buona parte dei consumi energetici dipende dagli usi sanitari (necessari anche in una casa in legno passiva – o queste persone non si lavano….????), per cui gli impianti servono, eccome.
Bellissime.magari tutti facesero cosi
A proposito di impianti, mi chiedo se il suo parere in merito ai vari mutui energia e fotovoltaico in genere è rimasto quello espresso in un articolo del 2009 (http://www.caseprefabbricateinlegno.it/2009/05/gli-impianti-per-le-case-prefabbricate.html). Capita di rado che prenda posizione così nettamente quindi c’è da riflettere quando lo fa. Però l’avanzamento della tecnologia magari ha cambiato lo stato delle cose. O non molto?
L’articolo era scritto di getto e qualche riflessione è sopravvenuta, ma fondamentalmente non ho cambiato idea.