I DIFETTI DELLE CASE PREFABBRICATE
ABBIAMO ELENCATO CON DOVIZIA DI PARTICOLARI LE VIRTÙ COSTRUTTIVE DELLE CASE PREFABBRICATE, ESALTANDONE LE CARATTERISTICHE DI ISOLAMENTO TERMICO, ALTO RENDIMENTO ENERGETICO, TRASPIRABILITÀ, SOSTENIBILITÀ, DURATA, CONFORT, VELOCITÀ REALIZZATIVA E COSTI CERTI A CUI VA INCONTRO IL CLIENTE.
Abbiamo ribadito più volte che le case prefabbricate rispondono perfettamente alle norme in vigore in materia antisismica e antincendio, elogiando il pieno controllo di ogni fase costruttiva, dallo stabilimento al montaggio in cantiere, la perfetta tenuta dei serramenti, gli assemblaggi millimetrici, la qualità biologica dei materiali, la pressoché assenza di difetti realizzativi e di ponti termici.
Possibile che sia tutto oro quello che luccica?
E’ giunto finalmente il momento di metterci alla ricerca degli aspetti più oscuri e meno reclamizzati delle case prefabbricate, cercando di evidenziarne i possibili inconvenienti.
La premessa è la solita.
Mi riferisco “sempre” alle ditte più conosciute del settore, escludendo case pseudo-prefabbricate o con pareti massicce senza isolamenti o che fanno uso di prodotti a cui non inscrivibili nelle categorie di risparmio energetico o bioedilizia e a tutte le case prefabbricate non pre-assemblate in stabilimento.
Per questa categoria di abitazioni valgono tutte le considerazioni fatte sinora, gli attributi positivi e le attitudini elencate all’inizio di questo articolo.
Le altre contribuiscono più che altro ad alimentare i sospetti e i preconcetti che colpiscono le case prefabbricate in legno, vincolandone la diffusione ad una clientela di nicchia particolarmente informata.
La ricerca delle limitazioni d’impiego della tecnologia prefabbricata va riferita ai casi di applicazione edilizia in cui le costruzioni tradizionali in laterocemento appaiono obiettivamente superiori secondo parametri di giudizio oggettivi e dimostrabili.
Innanzitutto la tecnica realizzativa delle case prefabbricate si presta esclusivamente per interventi di nuova costruzione, escludendo applicazioni parziali, restauri e ristrutturazioni, eccezione fatta per sopraelevazioni di edifici (dove la maggiore leggerezza delle case in legno alleggerisce il carico che va a gravare sulle fondazioni rispetto al laterizio) o ampliamenti di fabbricati esistenti.
In tutti gli altri casi le tecniche di intervento tradizionali non sono sostituibili con la prefabbricazione.
Si deve inoltre tenere presente che sotto una superficie minima, solitamente 60-80 mq., il costo risulta eccessivo a causa dei costi fissi che scoraggiano l’utilizzo di queste strutture (le stesse ditte di case prefabbricate solitamente rifiutano la commessa per superfici inferiori).
Il costo al mq. delle case in legno prefabbricate è inversamente proporzionale all’entità dell’intervento, teniamone conto se dobbiamo realizzare una piccola abitazione, poiché difficilmente sarà conveniente.
Le pareti interne delle case prefabbricate hanno sempre una funzione portante, per cui eventuali modifiche distributive successive risulteranno poco agevoli e senz’altro vincolate alle scelte planimetriche iniziali.
In una casa tradizionale pilastri e setti in cemento armato costituiscono gli unici elementi portanti verticali, mentre le tramezze sono semplici tamponamenti leggeri e possono anche essere spostate agevolmente in un secondo tempo.
Le case prefabbricate in legno vanno progettata con attenzione a priori in tutte le componenti.
I tempi di costruzione estremamente ridotti obbligano ad uno studio accurato dell’impiantistica nelle case in legno, sin dalla fase progettuale, richiedendo un impegno maggiore sin dalla sua ideazione, anche da parte del cliente.
Un cantiere tradizionale consente di farsi un’idea di massima dell’arredamento e la possibilità di vari ripensamenti in corso d’opera; la posizione delle prese e dei punti luce, spesso degli stessi sanitari, viene tracciata sul posto più volte e difficilmente sarà eseguita come da progetto.
L’obbligo di una progettazione minuziosa non necessariamente può essere considerata una lacuna delle case prefabbricate, ma è pur sempre un aspetto da non sottovalutare, che non consente troppe indecisioni.
Le case in legno non superano mai i 2, a volte 3, piani fuori terra.
Si addicono perfettamente per gli impieghi costruttivi in ambito residenziale, in particolare abitazioni uni o bifamiliari, certamente molto meno per tipologie plurifamiliari di tipo condominiale e multipiano.
La composizione della parete esterna prevede un telaio portante in legno con interposto isolante, racchiuso sui due lati da tavole di legno multistrato.
All’interno dell’abitazione vengono montati pannelli in cartongesso stuccati e tinteggiati (ignifughi, con eventuale applicazione di intonaco), mentre all’esterno viene applicato il cappotto isolante finito ad intonaco.
E’ comunque possibile applicare su quest’ultimo dei rivestimenti in legno o pannelli leggeri in pietra ricostruita per modificare l’aspetto dell’abitazione ed adattarla formalmente alle prescrizioni locali o personalizzarla.
In ogni caso risulterà arduo e sconsigliabile l’utilizzo congiunto con parti in muratura, cemento o pietra.
Allo stesso modo, i fori delle finestre delle case in legno non potranno essere contornati da pesanti cornici in marmo, anche per evitare ponti termici, deleteri per il rendimento energetico dell’abitazione.
Si potrà comunque utilizzare delle resine per la realizzazione dei contorni, ovviando a tale limitazione, qualora i regolamenti locali imponessero la loro presenza in facciata o si desiderasse arricchire i prospetti.
Concludendo, anche le case prefabbricate presentano alcune limitazioni di impiego, soprattutto in determinati contesti realizzativi (ristrutturazioni, fabbricati multipiano).
La vocazione per eccellenza di questo tipo di strutture resta sicuramente l’ambito residenziale per singoli interventi di nuova costruzione di tipo estensivo.
2 Commenti