IL RAPPORTO TRA I PROFESSIONISTI E LE AZIENDE DEL LEGNO
IN ITALIA I TECNICI, IN PARTICOLARE IL PROGETTISTA / DIRETTORE DEI LAVORI, RICOPRONO PER MANDATO UN RUOLO DI RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DEL COMMITTENTE
Gent.mo Arch. Crivellaro, le scrivo dopo esserci scritti qualche anno fa in merito al mondo delle case in legno.
Oggi sono finalmente di fronte alla possibilità di seguire la realizzazione di una casa in legno prefabbricata per un cliente.
Ho letto il suo libro e ho approfondito il tema anche sul suo sito, in questa sede vorrei però chiederle alcuni chiarimenti, e la ringrazio anticipatamente per la disponibilità che vorrà accordarmi.
I miei dubbi riguardano il ruolo dei professionisti coinvolti nel processo di costruzione di una casa in legno prefabbricata “chiavi in mano”: dal suo punto di vista e secondo la sua esperienza in questo tipo di realizzazioni, esiste, e se sì quale può essere, il valore aggiunto dei professionisti esterni alla ditta?
Dal mio punto di vista, se il progettista interno è sicuramente più affine a ragionare in termini di realizzabilità dell’opera, conoscendo a menadito tutti i sistemi costruttivi migliori anche rispetto al budget del committente, sono i professionisti esterni, in particolare il progettista architettonico, ad aver il ruolo di coordinatori tra la ditta stessa e le necessità del committente, esprimendole in un progetto preliminare / definitivo e lasciando il “progetto casa in legno” esecutivo alla ditta stessa.
Vorrei però capire meglio la sua opinione in merito e se è d’accordo con quanto ho interpretato finora.
Il rapporto tra committente / appaltatore, professionisti e ditta costruttrice è chiaramente definito per normativa e prevede che i tecnici e l’impresa appaltatrice non siano in alcun modo legati, al fine di tutelare il cliente. I tecnici devono garantire che l’opera venga realizzata nel rispetto delle numerose leggi vigenti in materia di costruzioni (statica, antisismica, sicurezza, termica, acustica….). Non a caso, alcune figure professionali non possono essere coinvolte in alcun modo nella progettazione o direzione dei lavori (collaudatore statico, certificatore energetico).
In altri paesi europei questa distinzione netta tra tecnici e costruttore è meno marcata o addirittura assente. Molte aziende di case prefabbricate (ad esempio, in Germania) includono i propri professionisti nel chiavi in mano e spesso il cliente non si pone nemmeno il problema di incontrare il progettista della casa di persona. Quest’ultimo avrà semplicemente il compito di ottenere le autorizzazioni edilizie, mentre in cantiere sarà garantita la presenza costante di un direttore tecnico (con entrambe le figure interne della ditta).
In Italia, con le aziende del settore delle case in legno, accade abbastanza spesso che la progettazione venga affidata di fatto ad un architetto dipendente diretto del costruttore, demandando la sola presentazione del progetto in Comune ad un tecnico di fiducia del committente, che avrà anche il compito della direzione lavori formale. Il ruolo super partes del professionista, sebbene limitato, resta comunque necessario e non evitabile, garantendo comunque un minimo di controllo delle varie fasi della costruzione. Questa opzione è peraltro quella preferibile se il tecnico manca di esperienza con le case in legno.
Personalmente ritengo che il professionista incaricato possa rappresentare un considerevole valore aggiunto per il committente. Egli deve garantire capacità, esperienza ed autorevolezza, in tutte le fasi e di fronte a tutti i problemi. La poca dimestichezza di molti progettisti con il legno resta una realtà, soprattutto nelle zone del centro e del sud Italia, mentre i tecnici del nord sono sempre più attrezzati, grazie alla crescente diffusione delle case prefabbricate in legno, soprattutto nel campo residenziale delle nuove costruzioni.