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CASE IN LEGNO SENZA RISCALDAMENTO

CASE IN LEGNO SENZA RISCALDAMENTO

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L’ELEVATA COIBENTAZIONE TERMICA DELLE CASE PREFABBRICATE RICHIEDEREBBE UN SOTTODIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI RISCALDAMENTO – RAFFRESCAMENTO E PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA

Salve, vorrei avere un suo giudizio in merito a quanto riferitomi da una ditta di case prefabbricate.
Il titolare che sembra preparato, dato che viene dal settore di tetti con un esperienza a suo dire trentennale, mi consiglia di non fare impianti di riscaldamento, ma solo VMC e acqua calda mediante boiler solare-elettrico. In effetti la spesa è bassa rispetto ad altre soluzioni che mi sono state prospettate.
La casa sarebbe da costruire a Pavia città, per cui il clima è abbastanza rigido d’inverno con parecchia umidità. Come avrà capito, sono perplesso, anche se l’idea di risparmiare mi tenta parecchio. Lei cosa ne pensa? Mi sembra che l’argomento sia stato trattato solo in un articolo e che non sia favorevole.
Un’altra cosa. L’azienda sconsiglia la fibra di legno che costa molto di più in quanto a lungo andare potrebbe marcire. Vedo che la maggior parte delle aziende la monta e questo mi fa pensare che non sia così male. La lana di roccia è cancerogena. Su internet se sentono tante……. Grazie.


La mia opinione in merito è abbastanza consolidata da tempo.
Da un lato una casa prefabbricata consuma poca energia per riscaldare e raffrescare e, di conseguenza, gli impianti dovrebbero essere tarati sull’effettivo fabbisogno, sulla base di un calcolo termotecnico, perlatro obbligatorio. La normativa in vigore impone tuttavia che tale energia venga prodotta con una percentuale minima (abbastanza alta) di “fonti rinnovabili”, rendendo di fatto difficile il ricorso alla tradizionale caldaia a gas metano. Di conseguenza i pacchetti impiantistici sono quasi sempre basati sull’accoppiata solare fotovoltaico – pompa di calore. Si tratta di un abbinamento con livelli di rendimento energetico molto alti, ma che richiede una spesa iniziale non indifferente.
La mia idea è che il legislatore non tenga conto dei valori di isolamento passivo dell’involucro che, nel caso delle case prefabbricate in legno, è sempre molto elevato. Questi involucri a mio avviso dovrebbero essere esentati dall’obbligo del minimo di fonti rinnovabili, risparmiando parecchi soldi e garantendo tuttavia minime emissioni di CO2 in atmosfera, nel rispetto dei vari protocolli internazionali sulla tutela dell’ambiente.

Altra cosa è però l’eliminazione radicale dell’impianto dall’edificio. La questione è delicata, in quanto alcune abitazioni molto isolate, a fronte di accortezze progettuali, realizzate in zone temperate “potrebbero” garantire condizioni di comfort termico sufficienti anche nei periodi di picco climatico invernale ed estivo, avvalendosi della sola ventilazione meccanica controllata a recupero di calore. E’ ovviamente impossibile sostenere che questa sia la situazione del lettore, dato che non esiste ancora un vero e proprio progetto architettonico dell’abitazione.
Purtroppo capita che alcune aziende propongano una drastica riduzione degli impianti per far scendere il prezzo ed invogliare il cliente a firmare il contratto, senza basarsi su un calcolo del fabbisogno energetico.
Un’alternativa è costituita daalle stufe e dai camini a pellet o a legna, ma si tratta di soluzioni da ponderare caso per caso, magari da abbinare ad un solare termico per la produzione dell’acqua calda.
Per quanto riguarda la scelta del materiale isolante, ribadisco che vanno bene entrambe le soluzioni. Fibra di legno e lana di roccia rappresentano ad oggi le prime scelte per coibentare le case in legno prefabbricate, con caratteristiche leggermente diverse tra loro, a partire dal prezzo (la lana minerale è più economica). Eventuali fenomeni di marcescenza della fibra di legno dipendono solamente da gravi errori esecutivi, dato che questo materiale deve sempre essere protetto da acqua ed umidità.

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1 Commento

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    Stefano C. Agosto 03, 2017

    Su internet se ne sentono proprio tante….
    Un edificio senza impianto termico non garantisce il comfort tutti i giorni dell’anno.
    E’ infatti impossibile ridurre a zero le perdite di calore dall’involucro (per trasmissione e per ventilazione); gli apporti interni e solari possono (teoricamente) compensare queste perdite, ma è impossibile garantire che ciò avvenga per ogni giorno dell’anno (sia per l’inverno, sia per l’estate).
    Le “case passive” sono ciò che più si avvicina ad un edificio senza impianto termico: sono comunque dotate di tecnologie (resistenza elettrica o piccola pompa di calore) che, integrate nell’impianto di ventilazione, riescono a fornire la minima energia termica richiesta.
    La coibentazione è comunque fondamentale, anche se non permette di fare a meno dell’impianto di riscaldamento. Un edificio bene coibentato è più confortevole (più caldo in inverno e più fresco in estate).
    I materiali isolanti hanno prestazioni termiche non molto diverse (eventuali differenze di prestazione possono essere compensate aumentando lo spessore dell’isolante); molto più marcate sono le differenze in termini di protezione dal rumore e dal fuoco.
    A proposito, la lana di roccia non è cancerogena; se si hanno dubbi in merito agli eventuali impatti che un qualsivoglia prodotto edile può avere su salute umana ed ambiente, è necessario guardare cosa è riportato nella scheda sicurezza che lo accompagna.

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