Architetto Paolo Crivellaro
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ESPERTO IN BIOEDILIZIA
LE VIRTU’ DELL’EPS NELLE CASE A BASSO CONSUMO ENERGETICO

LE VIRTU’ DELL’EPS NELLE CASE A BASSO CONSUMO ENERGETICO

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UNO DEI MIGLIORI ISOLANTI TERMICI IN COMMERCIO RESTA IL COSIDDETTO EPS (POLISTIRENE ESPANSO SINTERIZZATO), MASSICCIAMENTE PRESENTE NEGLI EDIFICI AD ALTO RENDIMENTO ENERGETICO

Buongiorno Architetto, sono il Responsabile dell’Ufficio stampa di AIPE (Associazione Italiana Polistirene Espanso).
Ci siamo imbattuti in una sua pagina di circa un anno fa in cui rispondeva ad un utente che le chiedeva un consiglio sull’isolamento da adottare per la realizzazione di una casa prefabbricata in legno. (“EPS o Fibra di legno per il cappotto?” ). Abbiamo molto apprezzato la sua trattazione oggettiva e imparziale con l’indicazione delle varie caratteristiche dell’EPS.
Ci permettiamo solo di sottolineare 2 aspetti:

1. In caso d’incendio la combustione del polistirene può sviluppare essenzialmente ossido di carbonio, non diversamente dai materiali considerati “naturali” presenti nella costruzione o nell’arredamento, ma in proporzione più ridotta. (Prova del Laboratorio Chimico di Stato di Vienna, secondo DIN 53436: provini da 300x15x10 mm, temperatura 600°C, portata d’aria 100 I/h).
Il contributo dell’EPS in termini di bilancio energetico di un incendio è modesto, in relazione alla sua bassa massa volumica: 1 dm3 di EPS da 15 kg/m3 ha un potere calorifico di 590 J.

2. L’EPS è assolutamente traspirante. Anzi è una delle sue principali “virtù”. Ponendo l’attenzione al fattore di resistenza alla diffusione del v.a. (µ), i valori degli isolanti in EPS oscillano tra 20 e 50 e sono riportati anche nella norma armonizzata di prodotto per gli isolanti termici in EPS usati in edilizia (UNI EN 13163) che regolamenta la marcatura CE.


Ringrazio per l’apprezzamento verso il mio lavoro di divulgazione e l’interessante contributo che ho voluto pubblicare sul blog.
Dal mio punto di vista di umile progettista, l’EPS è un materiale che presenta numerosi pregi, come evidenziavo nell’articolo citato. La oggettiva mancanza di “massa termica” lo rende poco indicato per contribuire ad elevare l’inerzia estiva delle pareti in legno (al contrario di altri isolanti come il sughero o la fibra di legno). Per questo motivo il polistirene si presta ottimamente alla realizzazione di cappotti su muratura o su pareti intelaiate, in abbinamento a coibentazioni ad alta densità.

Confermo le effettive capacità traspiranti dell’EPS a fronte dell’impermeabilità all’acqua (ma non va comunque posato a contatto diretto con il suolo, a contrario dei pannelli in XPS), mentre rimarco che si tratta di un materiale stabile ed inerte che non ammuffisce o marcisce, resistente agli urti con valori di trasmittanza termica tra i più bassi tra i materiali isolanti comunemente impiegati in edilizia.
Negli ultimi anni (in Italia) molti costruttori di case in legno hanno sostanzialmente abolito i cappotti in EPS dalle proprie costruzioni, prevalentemente per logiche commerciali che dipingono questo materiale come “povero” e non compatibile con tutto ciò che è “bio” e “green”.
Analogamente va stigmatizzata la campagna di demonizzazione da parte di alcune aziende verso altri prodotti comunemente impiegati nel settore delle case prefabbricate come i pannelli OSB (per l’uso di colle), la lana di roccia (presunto potenziale cancerogeno) e persino il cartongesso (spacciato per materiale scadente nei confronti del fibrogesso).
L’EPS resta, come detto, un prodotto con svariati pregi, da impiegare correttamente in funzione dei valori termici prestazionali che si intendono raggiungere.

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