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BOTTA E RISPOSTA SULLE CASE PASSIVE

BOTTA E RISPOSTA SULLE CASE PASSIVE

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Sono interessato alle case ecosostenibili in quanto, se vogliamo garantirci un futuro migliore ad impatto “zero”, bisogna senz’altro parlare di ecosostenibilità.


L’ecosostenibilità deve iniziare dai piccoli gesti quotidiani.
L’acquisto di un edificio in legno a basso consumo energetico è senz’altro un significativo contributo verso il pianeta grazie alle minori emissioni in atmosfera rispetto ad un edificio mediamente disperdente.


Ho intenzione di andare a vivere in una casa prefabbrica in legno “passiva” e quindi tramite internet sto cercando nei vari siti specializzati informazioni sulle case passive ad impatto “zero”.


Nel breve periodo sarà l’Europa ad imporci di realizzare edifici passivi.
Al presente si tratta di una scelta lungimirante, ma non viene richiesto dalla normativa in vigore.
I benefici sulle bollette energetiche saranno immediati, al prezzo di un maggiore costo iniziale della costruzione.


Ho avuto modo di notare che esistono tantissimi siti e quindi tante ditte che vendono i loro prodotti e, fare una scelta oculata diventa un impresa difficile, dato che ogni ditta giustamente tende a vendere il proprio prodotto come innovativo e alla fine non è proprio così.


Anni fa ci si rivolgeva all’impresa “sotto casa”.
Internet ha messo a disposizione di chiunque una mole di informazioni enorme, che spesso confonde le idee.
Ricordiamo che dobbiamo solamente costruire una casa e che un confronto tra ditte dovrebbe limitarsi a 2-3 nominativi.


Purtroppo, per chi come me non conosce nei particolari come dovrebbe essere fatta una casa ecosostenibile è veramente difficile poter fare una scelta, perchè si viene colti dalla paura d’investire i propri soldi, i propri sacrifici in un progetto che forse non corrisponde alle aspettative di reale eco sostenibilità.


Le grandi aziende di case prefabbricate più conosciute restano un riferimento certo, a garanzia di esperienza ed affidabilità.
Molte piccole realtà locali sono estremamente competitive e flessibili, al patto di informarsi adeguatamente sul costruttore.


Sarei orientato ad andare a visitare alcune case campione delle ditte di case in legno, ma, francamente, soltanto due tra quelle che ho contattato mi sembra che abbiano esperienza, proponendo inoltre impianti classici di riscaldamento adatti alle case passive (pompe di calore, impianti solari, stufe a pellets, impianti di riscaldamento a pavimento).


La visita a cantieri ed edifici già realizzati risulta sempre estremamente utile.
Parli direttamente con clienti che hanno già costruito con le ditte che le interessano e, se possibile, chieda di visionare la fabbrica.
Ricordi che una casa passiva nasce su un progetto e non è sufficiente avere una buona parete o degli impianti a basso consumo.


Un’altra azienda tedesca costruisce case passive che mi sono piaciute parecchio, ma con una costruzione “atipica”, con un solaio in cemento con travi a vista in legno e 350 mm di isolante.


Suppongo che non si tratti di un solaio in cemento, ma di un massetto cementizio sopra il tavolato (costruzione tutt’altro che atipica).


Oltre a questo, propongono un riscaldamento ad “aria fresca”, con areazione controllata e recupero di calore grazie alla tecnica aria pura/recupero termico ed una mini pompa termica aria/aria (intercambiabile da riscaldamento dell’aria, a riscaldamento dell’acqua di servizio).


Può essere una buona soluzione, ma credo che non vi siano vincoli di impianto.
In genere, tutti i costruttori di case in legno offrono una gamma di soluzioni impiantistiche complete e complementari.
Come sempre, non faccio nomi, poiché il blog resta uno strumento a disposizione di chiunque, ponendosi l’unico obiettivo di promuovere le case prefabbricate (o no) in legno, informando il più possibile chiunque sia interessato all’argomento.


Non voglio dilungarmi, ma questa ultima ditta ha proposto qualcosa di diverso rispetto alle altre ditte e francamente questa cosa mi lascia perplesso, perchè non so se tale novità costruttiva mi garantisce un risparmio d’energia, visto e considerato che in casa vengono montati più impianti e nello stesso tempo aumentano i loro costi di manutenzione; e poi…….il solaio in cemento non mi sembra così ecosostenibile e in linea con la filosofia delle case prefabbricate in legno.


Per rientrare in una classificazione di casa realmente passiva si dovrebbe massimizzare le prestazioni dell’involucro, affidando il compito di riscaldare e raffrescare ad impianti termici autosufficienti, in particolare sfruttando l’energia del sole mediante i pannelli termici e/o fotovoltaici.
Ad esempio, l’autoproduzione di energia elettrica consente il funzionamento di impianti come le pompe di calore o la ventilazione meccanica controllata che funzionano ad elettricità.
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